Un sigillo bordò tra le sue piume di cigno

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Il calice si rovesciò come una campana sul vestito. Sembrava avessero sparato a un cigno: la macchia di Merlot si allargava appena sotto il corpetto della sposa. Dove iniziava la volta della gonna, la macchia conquistava fili e tessuto e colore. Per la gioia, il padre aveva stretto a sé la figlia, urtando il bicchiere tra le sue mani. Le amiche accorsero a tamponare il vestito con i tovaglioli, i camerieri si attivarono per aiutare, proposero qualche detergente ma avrebbe rovinato la seta. Uno dei fotografi si avvicinò, mirò alla scena e scattò. «E adesso?» chiesa la sposa. «Adesso sei perfetta»

rispose il fotografo. «Nessuna è come te». «Vorrei che non si vedesse». «Non pensarci e non si vedrà». Due mesi più tardi la sposa prese tra le mani lo YoungBook. Era tenero come un sughero. Lo aprì con cautela, davanti al marito e al fotografo. Osservò la prima pagina: un bianco illeso. Guardò la seconda, la terza, la quarta, la quinta, la sesta pagina fino alla ventesima: ancora niente. Dov’era la sua macchia? Più non la trovava e più le mancava. Sfogliò affannosamente il resto dell’album. Il marito la pregò di rallentare. «Non la trovo» disse la sposa. «Quella macchia rappresenta la gioia immensa dell’abbraccio di mio padre».

Continuò a girare le pagine del libro. Uno scatto la ritraeva con la corte di amiche e camerieri accucciati attorno come a formare la corolla di un fiore. In un’altra foto il volto di un bambino nascondeva la macchia, poi la nascondeva un tavolo, la mano delicata del marito, il bouquet, la torta altissima, le nuvole, la felicità, il futuro. La trovò solo nell’ultima pagina. La sposa respirò, con gli occhi lucidi. Nell’immagine lei rideva e rideva insieme allo sposo, con le braccia alzate ad accogliere il cielo e la vita che le veniva incontro. Si era completamente dimenticata della macchia e la macchia era diventata parte essenziale di lei. Un sigillo bordò tra le sue piume di cigno. «Adesso la tua macchia è davvero unica» disse il fotografo. «Come il tuo sì».

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